Nato a Roma nel 1926. Ha vissuto a Milano, dove, terminata l’Accademia di Belle Arti di Brera, ha continuato gli studi presso la facoltà di Lettere dell’Università Statale. Ha insegnato a Brera per 31 anni, titolare della cattedra di scultura. Nel suo lavoro di scultore, per necessità espressive, comunicative ed estetiche, di linguaggio, ha trasgredito spesso - ma non sempre - le regole e la tecnica omologata.
In oltre quarant'anni di attività, ha utilizzato i materiali più eterogenei; dai metalli tradizionalmente utilizzati in scultura come rame, bronzo, argento; per passare a quelli meno tradizionali: acciaio, ghisa, ottone, piombo, similoro, tentando persino di usare l'oro, per poi rivolgersi a plastiche, carta, parola, suono, stoffe, legno, acqua, oggetti e manufatti recuperati, porcellana, ceramica, terracotta, vetro, specchio, materiali di recupero.
A Los Angeles ha lavorato sulla "traccia", sul "vuoto", determinando l'assenza dell'opera per provocare, stimolare la memoria, il ricordo di qualcosa che era accaduto in precedenza, di ciò che era stato. Dalla sua prima mostra personale del 1951, ne fanno seguito numerosissime in tutto il mondo.
E’ scomparso a Milano nel 1998.